“Abbiamo messo al centro il cittadino e le sue esigenze per accrescere il servizio di assistenza socio-sanitaria nel quartiere. Una vittoria resa possibile grazie alla stretta e collaborativa sinergia che si è creata tra la Asl Napoli 1 e le istituzioni di prossimità. Da oggi possiamo rassicurare i cittadini: il San Gennaro non morirà, ma diventerà un polo di eccellenza della sanità campana sul territorio della terza Municipalità”. Giuliana Di Sarno, presidente della Municipalità di Stella San Carlo all’Arena commenta così la notizia del ridimensionamento dell’ospedale San Gennaro al Rione Sanità.
“Lunedì scorso si è tenuto un incontro tra i vari soggetti interessati, oltre l’Asl e la Municipalità, il personale medico e paramedico e le sigle sindacali, al termine del quale è stato possibile annunciare la nascita di una nuova riprogettazione dell’ospedale, alla luce dell’apertura dell’Ospedale del Mare a Ponticelli nel 2015. Il risultato importante – sottolinea Di Sarno – è che quando furono chiusi alcuni reparti del nosocomio, era inizialmente prevista soltanto la riapertura di Ostetricia e Ginecologia, oltre alla realizzazione della Riabilitazione pneumologica. Oggi invece, grazie all’incontro con il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Ernesto Esposito, che già da tempo ha avviato un processo di territorializzazione dell’assistenza in modo da ampliare l’offerta sanitaria, apriremo al pubblico un centro di eccellenza che andrà ad incidere sui reali bisogni del territorio”. Ma cosa diventerà nel concreto il San Gennaro? “Un consultorio di secondo livello – spiega la presidente della Municipalità – che permetterà di assistere sia la mamma dal momento della gravidanza sia il bambino dalla nascita fino all’adolescenza. Ad esempio per loro vi sarà la possibilità di effettuare in ospedale visite oculistiche o dentistiche. Attualmente esistono 47 locali liberi e inutilizzati, che potranno essere deputati ad offrire questi nuovi servizi sanitari all’utenza. Poi ci sarà un centro di prevenzione tumori della donna; un centro vaccinale e i servizi sociali, che oggi hanno la sede operativa a via SS. Giovanni e Paolo, dall’altra parte della Municipalità e di cui una parte sarà trasferita al Rione Sanità”. Ma che fine faranno i reparti di Ostetricia e Ginecologia? “Riapriranno prima del 13 ottobre e rimarranno fino a gennaio, poi la Municipalità dovrà scegliere se far rimanere aperti questi reparti oppure far realizzare il consultorio che, come previsto dalla normativa, deve sorgere in territori a rischio. Ma vogliamo che sia ben chiaro alla popolazione che si tratta di una modifica culturale a cui devono abituarsi, perché in realtà già da agosto le mamme del territorio sanno di dover andare a partorire in altri ospedali. Questo però significa che in cambio le donne della Sanità avranno la possibilità di usufruire di un servizio in più come quello del consultorio, per cui non dovranno più andare, ad esempio, a via Pietravalle per vaccinare i loro figli”. “Quello che ci preme sottolineare – rimarca il vice presidente della Municipalità Vincenzo Rapone – è che siamo riusciti ad ottenere un risultato che va a favore della cittadinanza di un quartiere disagiato, che non poteva essere privato dei servizi sanitari essenziali. Sin dall’inizio ci siamo fatti promotori di una battaglia per far rispettare il diritto alla salute per le fasce deboli della popolazione residente”.