Controllare la pressione è elemento imprescindibile per le donne incinte. Lo conferma uno studio pubblicato su Hypertension da un team dell’Università di Uppsala, in Svezia.
Secondo i risultati, anche un lieve incremento dei livelli pressori si traduce in un aumento del rischio di partorire un neonato morto o sottopeso. Anna-Karin Wikstrom, docente di Ostetricia dell’ateneo svedese, spiega: «Le donne che a partire dalla 36ma
settimana di gravidanza sviluppano uno stato pre-ipertensivo, detto anche ipertensione border-line, hanno circa il 70% di probabilità in più delle coetanee normotese di dare alla luce un figlio di basso peso alla nascita o di partorire prematuramente».
Rischiano anche le donne che non raggiungono lo stato pre-ipertensivo, ma registrano comunque un lieve aumento della pressione. «I nostri dati, tuttavia, esprimono solo un’associazione tra le diverse condizioni patologiche, e non una relazione causa-effetto», riprende Wikstrom. Insieme al suo team, la dott.ssa Wikstrom ha analizzato oltre 150mila donne che si trovavano alla 36esima settimana di gestazione o più, e la cui pressione arteriosa non superava i 140/90 millimetri di mercurio (mmHg).
«La pre-ipertensione, condizione in cui i valori sistolici e diastolici sono compresi rispettivamente tra 120-139 mmHg e tra 80-89 mmHg, è stata sviluppata dall’11% circa delle partecipanti», dicono gli autori. In questo sottogruppo sono nati oltre 2.400 bambini sottopeso e 194 feti morti. Tuttavia, anche un aumento della pressione diastolica che non raggiunge la pre-ipertensione aumenta il rischio di basso peso alla nascita del 2 per cento per ogni millimetro di mercurio in più del normale.
«È probabile che l’attuale epidemia di obesità sia un importante fattore predisponente, dato il suo stretto legame con la salute cardiovascolare materna e il rischio di pre- ipertensione», spiega la dott.ssa Wikstrom.
I risultati dello studio indicano la necessità per le donne obese di modificare il proprio stile di vita allo scopo di perdere peso e ridurre i valori pressori.
Tra l’altro, le donne affette da pressione alta nel corso della gravidanza mostrano un rischio più alto di sviluppare la malattia renale cronica o una patologia renale allo stato terminale rispetto alla media. A dirlo è uno studio del reparto di Nefrologia del China Medical University Hospital condotto da I-Kuan Wang.
Nel corso della gravidanza è possibile sviluppare disturbi specifici come l’ipertensione, la preeclampsia o il diabete gestazionale, che possono avere un’influenza negativa sulla salute della mamma e anche del bambino. I ricercatori hanno coinvolto nello studio più di 26 mila donne di Taiwan colpite da ipertensione insorta a seguito della prima gravidanza, indagando la correlazione del fenomeno con lo sviluppo della malattia renale allo stadio terminale.
Oltre 230 mila donne sane hanno costituito il gruppo di controllo. Le donne del primo gruppo avevano un’età fra i 19 e i 40 anni e non avevano sofferto in precedenza di diabete, ipertensione e patologie renali.
I dati hanno evidenziato un”incidenza della malattia renale cronica 11 volte maggiore fra le donne affette da ipertensione, che mostravano peraltro un rischio 14 volte più alto di giungere allo stadio terminale della patologia rispetto alle donne sane. Il rischio era ancora più alto per le donne affette anche da preeclampsia.
Uno studio inglese pubblicato sul British Medical Journal sottolinea inoltre il rischio più alto di insorgenza di problemi cardiovascolari, infarti e ictus nelle donne che soffrono di ipertensione durante la gravidanza.
Cairns Smith del Department of Public Health presso la University of Aberdeen, in Scozia, ha esaminato tre gruppi, ognuno composto da circa 1.200 donne, che avevano avuto un bambino tra il 1951 e il 1970. Il gruppo di controllo non aveva sviluppato ipertensione, mentre fra gli altri due, uno aveva manifestato preeclampsia e l’altro semplice ipertensione.
Alle donne è stato chiesto di compilare un questionario e di sottoporsi ad una vita medica. I dati raccolti hanno rivelato che le donne che avevano sofferto di ipertensione e ancora di più quelle che avevano sofferto di preeclampsia vedevano aumentare il rischio a lungo temine di ipertensione, di ictus e, in misura minore, di infarto. Quindi, secondo gli autori, la salute e la sopravvivenza di questa parte della popolazione potrebbe essere considerevolmente migliorata da una maggiore attenzione alla diagnosi precoce e dal trattamento dei casi di ipertensione che si manifestano durante la gravidanza.
(fonte Italia Salute)