NAPOLI – Mentre al Loreto Mare la direzione sanitaria è stata costretta ad accorpare i due padiglioni del reparto di Ortopedia per consentire al personale di andare in vacanza, con la conseguenza inevitabile di dover tenere alcuni pazienti in barella, anche all’ospedale San Paolo l’allarme ferie sembra essere imminente. A denunciarlo sono le Rsu di Cisl, Uil, Usb e NursingUp. «Il rischio molto concreto è quello di ritrovarci tra una settimana con una ventina di posti i meno, e con tutti i conseguenti disagi per i pazienti».Il copione è sempre lo stesso: si chiudono intere stanze di degenza per poter coprire i turni con quanti restano in servizio. Parola d’ordine: «Accorpare». Così, stando all’allarme dei sindacati il San Paolo, unico ospedale di Fuorigrotta e quindi anche unico pronto soccorso in un’area estremamente vasta, rischia di perdere in una decina di giorni più di 20 posti letto disseminati nei vari reparti. In particolare: «Medicina — elencano i sindacalisti — rischia di perdere 4 posti (su 24), Neurologia ne dovrebbe perdere 2 (su 13), Chirurgia 4 (su 24), Ortopedia 2 (su 16), Ostetricia e Ginecologia 4 (su 20), Urologia 2 posti (su 12), Medicina d’urgenza altri 2 posti (su 15)». In quest’ultimo caso pare che si approfitterà dello stop per fare lavori di ammodernamento.Si continua così ad assistere da un lato alla carenza di personale, dall’altro alla necessità di concedere le ferie estive. E nel mezzo, purtroppo, i disagi maggiori li vivono i pazienti. Una situazione che sembra ripetersi uguale in quasi tutte le strutture ospedaliere della città, ma il timore dei sindacati riguarda anche il fatto che in queste condizioni si debba ricorrere ancor più del solito agli straordinari. «Per gli infermieri e per il personale paramedico — denunciano le Rsu — la situazione è pesante, quando si potrebbe ricorrere a sostituzioni temporanee, che ovviamente non sono assunzioni. Ovviamente questo presupporrebbe una programmazione di lungo termine con l’utilizzo di agenzie interinali. Molto stress ricade poi sui chirurghi, perché la direzione sanitaria è costretta a tamponare le falle con provvedimenti d’urgenza. Nel periodo estivo questo significa turni lunghi ed estenuanti, per alcuni dei chirurghi che operano da noi turni massacranti di oltre 18 ore. E ovviamente in queste condizioni l’errore è dietro l’angolo». Anche questi sono gli effetti di un blocco del turn over che in alcuni casi costringe a spendere per straordinari più di quanto non si spenderebbe con le assunzioni.
(FONTE CORRIEREDELMEZZOGIORNO)